Parole tremanti di...

Liberamente potrai sfogliare ombre e luci di parole, incantevoli insicurezze, pensieri ondeggianti, accarezzati da un velo di speranza.

“Poi subentra in toto l’amor proprio, che ti rinfranca il cuore, l’animo e l’occhio, ti guardi intorno e noti con piacere quello che ancora ti resta da godere, per cui giunto che sei a fine fiera, decidi di non ammainar bandiera, distogli la tua mente dall’imbroglio e guardi avanti oltre l’ultimo scoglio.”

“Eppure un giorno avevo un bell’aspetto,
possibile sia diventato così brutto?
Ma poi se pensi ai fatti della vita,
capisci come è andata la partita,
ti mancano le forze, strisci il passo
e pensi di essere diventato un masso.”

“Giunto che sono avanti nel cammino, mi sono ritrovato in mezzo a un gran casino, le forze piano piano se ne vanno e il fisico sprofonda nel malanno, riaffiorano i ricordi più lontani e pensi che destino avrai domani.”

“Ho capito veramente cos’è il tremore, solo dopo che ti ho abbracciato.”

“La solitudine è amara, e ancor di più la tristezza, ma basta una carezza per far felice un cuore malato di malinconia.

Per questo mi sono emozionata tanto nel recitare sul palco per la prima volta, in questa rappresentazione teatrale che ha preso il cuore a tutti.

Ringrazio la regista Franca Tragni e tutte le fisioterapiste che ci hanno aiutato in questo percorso.”

“Dopo una notte buia e tempestosa, la mattina seguente mi recai a fare la solita fisioterapia con la Nico che mi disse “Perché non vieni a fare teatro con noi?”
Come dire di no?

Tante le scuse che adottai: non so parlare in pubblico, ho un sacco di impegni, ho scarsa memoria ma poi alla fine accettai pensando che dopo la prima volta mi avrebbero spedito a casa con tanti saluti.

Invece, dopo aver conosciuto questi amici e la regista, mi sembrò di essere sempre stato parte del Gruppo, fatto di persone speciali
altruiste, entusiaste, includenti e soprattutto con tanta tanta voglia di sorridere alla vita.”

“Si deve accettare ed imparare a farlo poco alla volta, passo a passo.

Se ho una piantina giovane non ottengo di farla crescere in un giorno, anche se in quel giorno la innaffio cento volte, ottengo solo di farle del male.

Coraggio, prendiamoci per mano e lasciamoci accompagnare verso la luce.”

“Quello che non si vede, ma si sente…. tutti i giorni!

Mi sento leggera quando muovo qualche passo di danza, mi sembra di volare con l’anima, anche se il mio corpo è pesante l’anima vola.

È come sognare
senza dover dormire.”

“Sono passati quattro anni dal primo spettacolo, e mai come questa volta il vigliacco ha fatto sentire la sua presenza. Abbiamo preparato la nuova esibizione tra tante difficoltà. La malattia in molti di noi si è fatta più dura, d’altronde sulle spalle abbiamo quei quattro anni che si sono aggiunti alla convivenza con il bastardo.

Senza dimenticare che in mezzo a tutto questo, ci sommiamo anche il periodo della pandemia, il bagaglio sulle spalle per noi malati si è fatto molto pesante.

Sono sincero, per la prima volta ho pensato che il gruppo non ce l’avrebbe fatta, sfidando la mia solita positività. Il nostro strano modo di vivere ad intermittenza, come un albero di natale, producendo sempre maggiori difficoltà, e i vari acciacchi che ognuno di noi ci aggiungeva, alimentava sempre di più i miei dubbi.

Nell’aria, sulle spalle, fianco a fianco, sentivo sempre di più la presenza di Mr.P.

Ad ogni incontro vedevo e sentivo la fatica, mia e dei miei amici. Riscontravo preoccupazione da parte delle “nostre” fisioterapiste e percepivo la loro impotenza, malgrado mettevano anima e cuore.

Il tempo poi non da scampo, corre sempre senza darti tregua, si avvicinava il giorno del debutto del nuovo spettacolo a grandi falcate e i pensieri negativi aumentavano.

Fin quando si è rimessa in moto la voglia di sfidare l’arrogante, e ho capito tutto ciò, quando vedevo che malgrado i miei amici si dovevano riprendere da un piccolo malore o si dovevano sedere perché stremati, continuavano caparbiamente senza mollare neanche un centimetro, cercando di competere con tutte le forze rimaste. Senza mai mollare.

Questo è quello che è stato percepito domenica pomeriggio in teatro, forza, coraggio, voglia di vivere e tanto cuore e quando c’è cuore, c’è Vita.

Grazie a tutto il gruppo, per farmi scoprire ogni volta l’amore per la Vita.
Vi voglio bene”

“Amici cari, che dire, come al solito giornata densa di emozioni.

Grazie per quello che siete, per le vostre imperfezioni, per la vostra coriacea voglia di esprimere quello che avete dentro, e soprattutto per la vostra voglia di vivere.

Grazie Franca della tua pazienza e di darci la possibilità di vivere così grandi emozioni.

Grazie Sara per lo stupendo lavoro che hai fatto e per tutto il tempo che hai preso per noi.

E in fine (e poi la smetto di fare il lecchino) un grazie ai quattro angeli che hanno avuto l’idea di creare un gruppo teatrale e che ci hanno dato questa opportunità.”

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